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giovedì 8 aprile 2010
LISBOA - Day 1 - pt. 2: in volo
il volo easyjet è in ragionevolissimo ritardo. ed è ben lontano dall'essere completo.
nulla di particolarmente interessante ed emozionante. provo a disegnare i miei vicini portoghesi, ma dopo non molto - superata qualcosa che non so se fosse stanchezza o ansia da decollo - cominciano a muoversi tra le file su cui sono distribuiti. il risultato e quello che vedete qua sopra.
sbirciando queste poche pagine che avete visto in questi due post(s), uno stuart si avvicina cordiale, mi fa i complimenti sorridente e mi chiede se lo faccio per lavoro, se ci vivo, coi disegni. forse interpreta come scherno la mia smorfia tipo "eh, magari", ma quando gli rispondo che no, è un hobby, si scurisce in volto immediatamente e, severo, mi ingiunge "beh, dovresti". e si allontana spedito.
mah.
come se dipendesse da me.
comunque non so se il segnale sia confortante per me o semplicemente indicativo dell'ignoranza che generalmente circonda l'editoria, ma sarà solo il primo di una discreta serie ad esprimere lo stesso concetto, nel corso del viaggio.
estimatori di tutto il mondo: trovatemi un lavoro.
infine una donna che per quasi tutto il viaggio è rimasta in questa posa, evidentemente atterrita dalle emozioni aviarie. dico "quasi" perchè ovviamente nonappena comincio a disegnarla comincia a chiedere caffè alle hostess, a berlo, ad agitarsi. boh.
comunque ancora non ho capito se stimo o disprezzo, le persone che - pur avendone paura - prendono l'aereo. che poi magari vanno in macchina tranquillissime, o non si fidano ad andare in giro in bici-che-è-pericoloso.
stranezze umane, immagino. coma la mia che mi fa porre di queste inutili questioni.
comunque il viaggio è tutto sommato buono, avendo solo il bagaglio a mano evito la pena della lotteria dello svuotamento delle stive con conseguente estrazione delle valigie sul tapis-roulant.
il ritardo del volo compensa quello di caterina, che viene a prendermi all'aeroporto.
l'aria è già diversa. milano è già lontana. mi sembra di respirare dopo un sacco di tempo.
mi accendo una sigaretta (è dal check-in a malpensa che non ne fumo una!), ma la sensazione è la stessa.
se fossi un poeta direi che sorrido nel vento, ma meglio.
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