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mercoledì 31 marzo 2010

il divoratore di libri



o, meglio, il buco con la cultura intorno

(lo sfondo non mi soddisfa... forse un giorno lo rifarò)

lunedì 29 marzo 2010

parole in testa - confusione ?



giorni di troppo lavoro e troppa stanchezza.
ho fatto poco, ho postato meno.

ma non pensate sia scomparso, anzi!
a prima

giovedì 25 marzo 2010



se la paranoia (o altro, interpretatemelo voi il disegno) è mia, non capisco se la sto sconfiggendo o se vivo ignorandola. in ogni caso un deciso passo avanti, finchè esce così, a disegni.

mercoledì 24 marzo 2010

whiskey economico

salve a tutti



anche se non sembra, sto lavoricchiando (ma mica ve le faccio vedere, le cose vere!)



non so quanto grandi li vedete, i due disegnini sopra. in realtà dovevano essere studi di una cosa, ma erano troppo piccoli (e nel piccolo il pennellino sbava e si vede)



comunque a parte tutto, a parte anche i risultati, con il pennellino di cui qualche post fa mi sto divertendo un sacco. anzi, !

sabato 20 marzo 2010

cento! cento! cento!



altri due disegnini fatti insieme a quelli del post precedente, a Lisboa.
tra l'altro è incredibile, da quando ho messo piede in casa - mercoledì notte - non sto riuscendo a fare più nulla; anche gli schizzi che normalmente faccio in università sembrano fatte da un mio ipotetico fratello minore. boh. forse devo ripartire. forse non dovevo tornare.
ma tant'è.



tra l'altro: so che non frega niente, ma questo è il centesimo post di questo blog. yeeeh. un bicchiere di spumante elettronico a tutti.

venerdì 19 marzo 2010

back to milan



ebbene eccoci di nuovo qui.
dopo nemmeno una settimana, già a lezione, già a lavoro, già a milano.
inutile dire che si stava meglio quando si stava meglio. cioè altrove.
comunque, the-show-must-go-on (frase e concetto che pare non abbiano portato un gran bene a freddie mercury, ma tant'è).
in realtà sono un po' imbarazzato: in questa settimana scarsa ho disegnato come un autistico (cioè tanto e sempre), ho fatto una sorta di taccuino/diario di viaggio - soprattutto ritratti, soprattutto di vecchi. ma non so se e in che forma metterlo qua sopra (il problema è che non è finito - mancano i testi - ed inoltre sarebbe una cosa che occuperebbe le prossime tre settimane all'incirca, postare tutti i disegni).
quando deciderò, lo saprete.
nel frattempo, qualche disegnino fatto sempre quand'ero estero, ma sul vecchio quadernino.



tra l'altro disegnini fatti in condizioni tali per cui mi domando come siano usciti così. bello stupirsi. sarà merito del pennellino nuovo (grazie ad andrea e alla pentel).

venerdì 12 marzo 2010

m'envoi

ma solo per qualche giorno.
vi lascio un paio d'alberelli d'annata.



pag. 57



pag. 61

martedì 9 marzo 2010

UN (inserire aggettivo) RITORNO!

qualcuno non ci sperava più.
qualcun altro sperava di non vederlo più.
qualcun' altra ancora voleva superprussia.
la maggior parte, semplicemente, se ne batteva il cazzo.

invece
a dispetto di tutto
anche del sempre più oppressivo e volgare complotto massoplutogiudaico che tiene le fila di questa scalcagnata nazione di santi, poeti e forti bevitori

LUOMOCHENONRIESCEANONTIRARSELA
(per i più pigri L'U-C-N-R-A-N-T)
è tornato!




...e chissà se tornerà mai più!

lunedì 8 marzo 2010

altre pagine del quaderno vecchio.
qualcuno forse ricorderà, ai tempi mi imponevo di imparare la calma e la pazienza dagli alberi. non so se ci sono riuscito; se sì, è durata poco.
dunque cercai di copiarli, gli alberi, con gli stessi criteri con cui ritraggo le persone, forse anzi rendendoli più severi.
comunque, questi furono alcuni dei risultati.
gli alberi sono più difficili, complessi, individuali di quanto pensassi.



pag. 53

il primo tentativo.



pag. 54

il secondo.



pag. 55

dicevo, in calce a qualche post fa, "dio, quanto amo la bicicletta".
ecco, questa (per quanto scalcinata nella realtà e stortina nel disegno) è la mia bicicletta.
sì, le voglio un sacco bene.

sabato 6 marzo 2010

a lezione, di nuovo



l'aula - una sala conferenze ricavata da qualla che si direbbe una vecchia cappella con matroneo, o comunque un edificio religioso di cui ha mantenuto la ieraticità e l'eco dovute ai soffitti altissimi - di certo non aiutava l'entusiastica partecipazione, così come le poltroncine reclinabili foderate in velluto rosso (pur scadente) e l'illuminazione soffusa e morbida. insomma, la noia è inscritta nell'architettura stessa dell'aula intitolata a pio XII (sì, proprio quello che tanto cristianamente si è opposto a fascismo e nazismo da meritarsi il titolo di venerabile della chiesa).
sarà per questo, sarà per il crocifisso alto un metro e venti che penzola in perpendicolo, doppiamente inchiodato, a un paio di metri sopra le teste dei docenti, ma una volta di più mi saltata agli occhi questa strana analogia fra i dottorandi (era infatti un ricercatore che ci ha fatto lezione) e i seminaristi.
Questi giovani dottorandi, timidi oratori eccitati, grati, sembrano sempre come seminaristi di una religione parallela, pretini appena formati entusiasti e frementi in virtù dei segreti cui sono stati resi partecipi, volenterosi in maniera adolescenziale di salvare gli altri con la loro Parola di Salvezza.
Quasi scusandosi dei loro interventi (l'umiltà che cela la consapevolezza della propria superiorità li contraddistingue) parlano - impacciati e letterari - attraverso parole altrui, monocordi, gentili, prudenti.
Come equilibristi che camminino lungo una trave larga un metro posta a un metro da terra emozionano e coinvolgono il pubblico.
Goffi ed esperti, ansiosi, solerti, devono mettere in mostra le competenze acquisite, il loro momento è giunto, forse daranno qualcosa a qualche ascoltatore, basterebbe! Ma - in fondo - lo senti nella voce pacata, nei gesti appropriati, nella corretta pronuncia di ogni lemma o nome straniero, nella virginale e ferma intonazione del discorso; lo senti il cammino inerziale che (se mai lo è stato) ora certo non dipende più da loro. Lo senti davvero balenare, il pensiero: davvero basta questo, a giustificare tutte le mie fatiche? tutto il mio studiare? tutto il sacrificio? tutta la mia vita?



scusate la prolissità

giovedì 4 marzo 2010

altre 2 pagine dell'anno scorso, fatte - se ben mi ricordo - sul 7.

sì, uno di quei tram mercedes, merdosi, scomodi, verdastri, con maniglie troppo alte per la metà della popolazione urbana, finestrini chiusi ermeticamente per meglio godere dell'odore altrui e dell'arbitrarietà delle temperature imposte, quelli che quando piove diventano una sorta di aquafan senza cloro ma con le malattie e quando non funziona l'aria condizionata invece si trasformano in un gigantesco vetrino da coltura batteriologica nel quale scambiarsi reciprocamente proteine semplicemente respirando, quelli che quando li vedi da fuori sembrano il rendering di un tubo digerente di un insetto e quando ci sei dentro invece sembrano proprio un tubo digerente di un insetto arredato da un tedesco di quelli che vanno in giro coi sandali e i calzettoni col risvolto al ginocchio, quelli con la vocina che annuncia le fermate in midi senza azzeccare un accento che sia uno e inserti in finto legno di dubbissimo gusto, scivolosi anche da seduti e con un'allarmante tendenza al deragliamento che ci han regalato le amministrazioni albertini-moratti.

dio, quanto amo la bicicletta.




pag. 41



pag. 42

mi son sempre chiesto di chi fosse quel paio di scarpe in sovrappiù.
pure erano vere, non uso (in genere) inventare quando copio (già, non sono poi 'sto gran prodigio di fantasia).

mercoledì 3 marzo 2010

killin' time

dell'inglese - che pur non so che intuire - apprezzo le ambiguità semantiche.




un'altra sottile (?) metafora della vita (?)

integrazione colta:

Diciamo di ammazzare il tempo come se, purtroppo, non fosse il tempo ad ammazzare noi. (Alphonse Allais)

lunedì 1 marzo 2010



pag. 32




pag. 35




pag. 40


alcune pagine del vecchio quaderno (da me denominato con gran sfoggio di fantasia "quaderno 1" nelle etichette di blogspot) con schizzi fatti sul tram.
risalgono a circa un anno fa. a me sembra di essere un attimino migliorato, ma non si è mai buoni critici di se stessi.
boh.