va bene, giovani.
data la mia recente renitenza al disegno (idee, dove siete?) e alla conseguente carenza di materiale nuovo da mostrarvi, eccomi ripiegare sul resoconto del mio recente viaggio-blitz a Lisboa. nonostante la mia permanenza sia stata di 6 giorni scarsi (5 le notti), ero invaso dal sacro fuoco dell'autism... dell'arte, e dunque ho prodotto una quantità imbarazzante di disegni. dato che non ho intenzione di selezionare, ve li beccate (quasi) tutti. e dato che però ho fatto davvero tanto, non riesco a mettere un giorno per post. Ragion per cui:
12 MARZO 2010
PRIMA DEL VIAGGIO
o dei movimenti d'avvicinamento
innanzitutto, è venerdì.
l'entusiasmo è tanto che decido di documentare anche il viaggio sul malpensa shuttle. dato che ovviamente il giorno della mia partenza era venuto a coincidere con le pur giustissime recriminazioni di non so quali sindacati di non so quali figure professionali dell'ambito aeroportuale, decido di anticipare di un'oretta il viaggio in bus verso l'amena località in provincia di varese che ospita l'aeroporto di milano (sì, a volte è strana la toponomastica, figurarsi la vita).
preoccupazione inutile: nonostante gli strepiti dell'obeso guidatore/strillone/buttadentro del pullman, sul mezzo ci siamo solo io, una coppia dell'est europeo, una dell'oriente più spinto (indiani?) che mi guarda con sospetto, e due maghrebini che con ogni probabilità (vista anche l'assenza totale di bagaglio) a malpensa ci vanno a lavorare.
arrivato in aeroporto fumo le mie buone cinque sigarette nel giro di un'ora scarsa e non riesco ad esimermi dallo spendere soldi allo shop interno, che ti vende una bic al prezzo di una montblanc. eppure, anche questa volta, ci casco. visito i bagni del fiore all'occhiello dell'edilizia areonautica civile italiana, e vedo che - ad esempio - l'aeroporto di Oporto in confronto sembra una clinica svizzera per razionalità degli spazi, pulizia e funzionalità. ma, penso, ancora per qualche mese siamo campioni del mondo, e quindi abbiamo comunque ragione noi.
vedendo dai monitor i voli interni sparire o accumulare ritardi sempre crescenti (causa il summenzionato sciopero) mi viene la straordinaria idea di passare all'area post-check in dell'aeroporto con grande anticipo. mannaggia a me e a malpensa: non c'è modo di fumare una sigaretta al di là del confine. nella disperata ricerca di una qualsivoglia apertura che mi permetta di soddisfare il mio fabbisogno nicotinico giungo ad una porta che a quanto pare non si poteva oltrepassare. per puro caso - già mi stavo accendendo la sigaretta, quindi anche le misure di sicurezza ci hanno fatto la loro porca figura - passa un obeso impiegato (ehi, siamo proprio il modello della dieta mediterranea!) che intrattiene con me una simpatica conversazione del tipo:
"scusi, qua si può fumare?"
"non si può stare qui!"
"ok, scusi. sa se c'è un posto dove si può fumare?"
"non si può stare qui!"
"ho capito, ora me ne vado. ma si può fumare da qualche parte?"
"qua non si può stare!"
"...sì, l'avevo intuito. le sto chiedendo semplicemente se lei sa dell'esistenza di u"
"non si può stare qui!"
"...scusi, parla italiano?"
"qua non si può stare!"
"mavaffanculo, idiota!"
comunque non si poteva fumare dapperniente. inoltre il gate del mio volo era l'unico a non venir esplicitato ed ero circondato da napoletani urlanti. il che spiega il nervosismo e la conseguente cattiva resa di questa pagina.
a presto.
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